Conoscete la "noce delle Seychelles"?
La "scena del crimine"
A nord-est del Madagascar si trovano le Seychelles, con le loro numerose isole, piccole o grandi, più o meno popolate, che vengono percepite dai marinai sognatori come miraggi nell'Oceano composti da sottili sfumature granitiche, dal colore bianco brillante e blu-verde che il connubio tra cielo e mare conferisce a questo orizzonte paradisiaco. Parlare di "noce delle Seychelles" o "coco-fesses", letteralmente "cocco-natiche", in un ambiente così poetico sembra indecente, questo è certo, ma la questione è abbastanza seria da poterla affrontare senza mezzi termini. Piccoli stati come questo arcipelago (indipendente dalla Corona britannica dal 1976) devono saper costruire un modello economico giudizioso tra le realtà spesso aggressive del mondo contemporaneo e un ambiente naturale profondamente fragile. Poiché il turismo è ovviamente la principale risorsa delle Seychelles, le autorità locali stanno cercando un equilibrio tra questa risorsa naturale e il rispetto per l'ambiente, pena il collasso. Il ruolo delle "coco-fesses" è strategico.
La noce di cocco in questione
Il neofita della botanica non potrà fare a meno di sorridere, almeno all'inizio della sua iniziazione. E' vero che un tale nome evoca risate, o almeno suscita stupore. Provate intorno a voi, ma subito il divertimento lascerà spazio alla serietà. "L'individuo" ha una nobile identità, la noce di cocco di mare, figlio della Lodoicea maldivica, una palma endemica e unica della May Valley, riserva naturale nel cuore dell'incantevole isolotto di Praslin nelle Seychelles. Il nome latino di questo frutto/seme non deve nascondere la sua natura eccezionale, essendo il più grande del pianeta: 20 kg in totale. La sua particolare forma è il suo problema. Cerchiamo di essere diretti: questo enorme seme ricorda le natiche delle curve femminili. Due forme convesse e voluttuose separate da una fessura. Questo basta a far scatenare l'immaginazione dello spettatore e a mettere in pericolo questo seme, con tutta l'economia turistica che genera.
Afrodisiaco, veramente?
Il bracconaggio di questa specie endemica ha raggiunto un livello drammatico negli ultimi anni nella Vallée de Mai, nonostante sia stata inserita nel patrimonio mondiale dell'UNESCO dal 1984. Nel 2014, l'avidità e l'irresponsabilità hanno portato l’uomo a saccheggiare questa foresta di palme da cocco. Convinti delle (presunte) virtù afrodisiache del frutto, alcuni sono disposti a pagare un prezzo elevato, circa 400 euro, o anche di più. La storia non mostra se il consumatore finisca davvero "sovra-vitaminizzato". Le pratiche scorrette sono in aumento, a tal punto che la specie rischia di scomparire. L'estrema lentezza della sua biologia ne accentua la fragilità, poiché il seme richiede diversi anni per crescere. La conclusione? Il governo delle Seychelles ha adottato importanti misure per proteggere questo patrimonio: attento monitoraggio, divieto di esportazione di frutta in guscio, prodotti trasformati localmente e poi venduti a livello internazionale, pene detentive e pesanti multe per i trasgressori. Madre Natura avrebbe dovuto pensarci due volte prima di dare a questa frutta l'aspetto di un paio di natiche.
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